- ICE SKYLINE di Marco Nones – foto Pierluigi Orler
L’installazione artistica di ghiaccio ICE SKYLINE, che ho dedicato alle Dolomiti Unesco del Trentino, si sta dissolvendo sotto il Sole di marzo. Lentamente ritornerà acqua, ruscello, fiume, mare, nuvola… e forse ancora ghiaccio. La sua metamorfosi ricorda quella delle Dolomiti, anche se con tempi decisamenmte più rapidi.
Quello che voleva essere un sipario artistico sui Mondiali di Sci Nordico Fiemme 2013 è comunque durato a lungo, tanto da fare da cornice anche al Dolomiti Ski Jazz. Osservando i social media e sfogliando i giornali, ho notato che molti sciatori si sono soffermati davanti a questa insolita installazione posta nello Ski Center Latemar, all’arrivo della seggiovia Tresca di Pampeago, lungo la galleria d’arte a cielo aperto RespirArt.
Mi hanno piacevolmento sorpreso ed emozionato gli scatti del fotografo Pierluigi Orler, battezzato dal Museo d’Arte Conmporanea Mart ‘precursore della SNOWART‘. E’ salito lassù con gli sci d’alpinismo, a impianti di risalita chiusi, proprio nella settimana di presentazione del suo nuovo libro fotografico Silenzi da Guardare (che consiglio a tutti!). Mi ha raccontato in seguito che queste foto hanno scalato rapidamente le classifiche di un portale di fotografia mondiale, molto noto nel settore. Non mi stupisco. E anzi sono certo che queste immagini siano destinate a diventare vere e proprie ICONE delle DOLOMITI del TRENTINO.
Ringrazio Pierluigi per aver interpretrato la mia installazione, con suo incredibile senso estetico e la sua nota professionalità. Gli auguro successo per il suo libro fotografico, introdotto da una presentazione commuovente dello scrittore e giornalista Luigi Alfieri.
Rivolgo un ringraziamento anche alla Fondazione Dolomiti Unesco, all’assessore Mauro Gilmozzi e alla Provincia Autnoma di Trento che hanno patrocinato questa opera d’arte.

Ecco le parole che lo scrittore Luigi Alfieri ha dedicato a questa immagine:
“Sono salito sulle montagne al tramonto, quando il cielo era cobalto e l’aria intorno a me azzurra.
C’era un silenzio morbido, una magia sospesa. Ho chiuso gli occhi cercando di carpire la voce della neve.
Quando li ho riaperti le montagne più vicine erano diventate cristalli trasparenti. Denti di cane lisci come vetro.
Pronti a mordere il mistero della vita”.

